Assente

Assente per troppo essere. Presente a me stessa.

Senza voglia di condividere, cercando dentro.

Buio della notte, fissando le stelle dal divano.

Pensieri aggrovigliati,

dolore e paura di stare troppo male, ancora.

Percorsi in salita, necessari.

Vedo il sole e vedo il cielo, limpido, oggi.

Martedì fine gennaio

Fa male il sole delle cinque che taglia il cielo arancio sopra i palazzi le strade asfaltate i vetri a specchio e gli autobus e le macchine in coda e i bambini che escono da scuola.

Si allaga il livello dell’acqua che hai in corpo che senti arrivare in gola e sei tutta un passo sopra le uova, mentre cammini in avanti ma pensi di stare ferma, bloccata anzi in avanzamento, in questa tristezza che doveva arrivare, e che hai tenuto schiacciata per troppo tempo. Ed è solitudine che senti anche se non lo sei. Ed è dolore e mancanza, parole che vorresti sentire, e vuoto e pieno.

#fine gennaio, domenica

Ho pranzato alle tre del pomeriggio, ho dormito poco e mi sono riaddormentata che c’era già luce. Ieri sera ho mangiato giapponese con degli amici, ho riso come non facevo da settimane. Ho capito che siamo tutti un po’ soli, in questo periodo, che ognuno ha le sue paure che lo tengono sveglio. Ho appena camminato un’ora al parco con la cagnolina, ascoltando la musica latina che ho ballato per anni. Mi è venuto il magone ad ogni curva, per il sole che taglia il pomeriggio con questi colori, per la domenica che si dovrebbe passare in compagnia, per le canzoni che appartengono a pochissimi anni fa, lontani purtroppo una vita.

Guardo lei corrermi incontro, seguirmi sul prato come nei sentieri di montagna. E’ la mia vita, lei, adesso. Tutta la mia vita. Mi guarda fissa cercando il minimo cenno per scodinzolare felice. Ho pensato di richiamare un mio ex, per ridere ancora, andare via il weekend, vedere un film insieme. Poi ho deciso che voglio vivermi questa solitudine senza scappare. Senza trovare scorciatoie. E’ così, in questo momento. Questi pensieri lasceranno il posto ad altri nuovi, leggeri.

#Spessosola

Da qualche settimana ho scelto di limitare le occasioni sociali con troppe persone, in verità anche due oltre alla sottoscritta, a volte sono troppo. Covid causa, ovviamente. Stagione fredda che non aiuta. Così a parte il lavoro e le partite a beach della domenica pomeriggio; il caffè con un’amica nel weekend e la passeggiata con la mia cagnolina sono il massimo delle mie relazioni. Al momento. Scelgo io. E scelgo io anche di non frequentare alcuni amici. Ho scelto io di interrompere una storia, mesi fa. Forse sono sempre io che scelgo questo modesto isolamento. Me ne rattristo, a volte. Mi sento sola, altre. Mi mancano moltissimo i miei riferimenti, andati. Ma non mi affanno, sto. Piango, riaffacciandomi su quel dolore che mi ha devastata e gridando a chi non c’è più, che mi manca. Gioco con la mia bimba di pelo bianco, dopo cena, nascondendomi dietro il divano ad aspettare che impazzisca di felicità, scovandomi. Leggo tantissimo, ritrovando abitudini che sono mie e che avevo dimenticato. Stabilisco un paio di priorità, le perseguo, ma non rincorro. Mi ha colpito questa frase, che se qualcuno riconosce può portare corretta, visto che non ricordo da dove l’ho presa… Gli alberi in inverno non fanno yoga, non si adoperano, non si muovono. Stanno lì, tanto sanno che tornerà il vento a farli ballare di nuovo.

Domenica 10 ottobre

Casa, ore 16

Sole. Sola.

Primo weekend milanese in cui mi ritrovo a dovermi reinventare una routine, dopo mesi. E mi ritrovo tra le pieghe di questo pomeriggio pigro a domandarmi se è un problema. Io che ho sempre scelto di stare per conto mio piuttosto che accontentarmi, io che ho lasciato e mi sono fatta male per ritrovarmi. E quest’inverno col suo freddo e la sua nebbia fanno paura solo in parte. So stare. Con una differenza. Rispetto a qualche anno fa ho la consapevolezza che con me stessa sono una ricchezza. Che mi so reinventare. Che è stato giusto così. Che se impasto la pizza solo per me e bevo una birretta al bancone della cucina mentre la cagnolina russa sul divano, so essere felice. Che se un sabato sera mi guardo un film e piango, non è una tragedia. Che probabilmente il giorno dopo, a quella cena già programmata, sarò allegra come sempre. Che la domenica mattina svegliarmi e fare quello che mi va, mi rappresenta da anni e non sono triste, sono serena. Che le amiche, un’uscita inattesa, un complimento sincero, conoscere gente che ti stimola, arricchiscono tanti pomeriggi. Che poi non si può mai sapere, che sei capace di ribaltare tutto se lo vuoi, che puoi fare una passeggiata in centro, prendere la macchina e andare al mare, a trovare quel tuo vecchio amico a Firenze, a cucinare dalla collega. Che leggere un pomeriggio intero sul divano con la musica di sottofondo paga lo stress dell’intera settimana. Che un aperitivo all’ultimo minuto, una telefonata inaspettata e la tisana alla cannella scaldano il cuore. Che mangiare quando vuoi, metterti i tacchi sopra le calze antiscivolo, le risate e un pò di malinconia, andare al corso il martedì sera quando vorresti solo sdraiarti, la passeggiata tra i lampioni accesi e le vie silenti, la buonanotte al vicino che rientra come te col cane, sono quello che sei. Da tantissimo, e forse sei proprio tu.

Soli o beati?

“Quando si evita a ogni costo di ritrovarsi soli, si rinuncia all’opportunità di provare la solitudine: quel sublime stato in cui è possibile raccogliere le proprie idee, meditare, riflettere, creare e, in ultima analisi, dare senso e sostanza alla comunicazione. Certo, chi non ne ha mai gustato il sapore non saprà mai ciò che ha perso, ha lasciato indietro, a cosa ha rinunciato.”
ZYGMUNT BAUMAN

Stasera curiosavo su un blog di appunti sparsi, e lo stile mi ha catturato non meno dell’argomento. E mi sono ricordata di avere letto quest’inverno in ‘Amore Liquido’ di Zigmunt Bauman che la differenza tra solitudine ed essere soli è nel come la si interpreta. Nel come la vivi, come accade per tutto, poi.

Diverso è chi si isola perché non sta bene, chi disprezza gli altri, chi si sente male, solo. Perché per dire.. io da sola sto bene. Mi correggo, io sto bene anche da sola, molte volte. Stare bene da soli è un plus. Scado nei luoghi comuni (cosa che peraltro aborro) lo so, ma riesci a stare da sola se hai risolto diverse questioni con i tuoi mostri personali, se sai guardare i tuoi pensieri ed accoglierli, se sai inventarti ogni volta qualcosa. E poi mi ascolto.

Scelgo di e se stare con gli altri, e scelgo, quando è possibile, con chi stare. Altrimenti con eleganza glisso e mi dissocio. E mi accorgo che le serate hanno più sapore, la birra più dissetante se la compagnia è quella giusta. Allora la notte non arriva più.gtyuh6

Odio le chiacchiere fini a se stesse e la bruta ignoranza. Preferisco il silenzio, o la musica che scelgo io. Sto invecchiando? Si. Consapevolmente.