Assente

Assente per troppo essere. Presente a me stessa.

Senza voglia di condividere, cercando dentro.

Buio della notte, fissando le stelle dal divano.

Pensieri aggrovigliati,

dolore e paura di stare troppo male, ancora.

Percorsi in salita, necessari.

Vedo il sole e vedo il cielo, limpido, oggi.

Non dormo

Sono insonne da circa un mesetto, qualcuno dice che trattasi di long covid, io sono più convinta che sia questa ansia che mi porto dietro da qualche settimana. Fatto sta che non dormo davvero. Con la melatonina mi addormento durante il film, ma poi alle tre sono sveglia. E intendo sveglia. Nulla fa la camomilla, la valeriana o le gocce di tiglio, nemmeno prese tutte insieme in amicizia. Quindi il medico, dopo che ho ammesso che strisciavo per terra sui gomiti, mi ha dato dieci/venti gocce di xanax che comunque mi facevano tirare metà notte, e poi occhi spalancati. Che non è mica divertente essere insonni, anche perché quando la giornata ti inizia prima dell’alba la testa comincia a lavorare e quindi quando suona la sveglia oltre che rimbambito sei già consumato.

Tipo Archimede (quello della Disney) mi sono inventata di tutto. E un pochino funziona. Nel senso che cinque, sei ore, riesco a farle. Una sera sono andata fuori a cena, prosecco come non ci fosse un domani, e non ho preso poi nessuna pillola. Risultato identico. Un’altra sera vado di tisana di camomilla e altri mille fiori soporiferi insieme, dopo cena. Subito dopo cena, come digestivo. A questa seguono le gocce di tiglio. A metà serata due melatonina e dulcis in fondo l’ansiolitico. Che tra l’altro preso sotto la lingua dovrebbe stordire in venti minuti, a me ci vuole almeno un’oretta. Ma comunque non è che riposi così bene. Sono comunque le stesse ore, forse una di più. Ma rimane la tattica migliore.

Ho addirittura pensato di addormentarmi sul divano, mettere la sveglia tipo alle 2:00 e bere le gocce in modo da tirare le 7:00, ma mi sembra quanto mai assurdo quindi alla fine mi sono quasi rassegnata e non me ne faccio più un cruccio. Quando sono ormai sveglia, mi rilasso, cerco di svuotare la testa e non mi faccio prendere dal nervoso, passerà.

#chalet

Torno dal lago, adesso. Dove finalmente, dopo mesi di attesa e contrattazioni, sta prendendo forma la casettina in legno che desideravo e che ho progettato personalmente. Per il momento, in ritardo massimo sui tempi, è tutto un cantiere ed una pacca sulla spalla. Poi ci credo che sono ansiosa! Ho a che fare con soli uomini, dal falegname, all’elettricista, all’idraulico, al mobiliere a chi mi deve spostare la siepe. Le settimane scorrono veloci e come potrete immaginare non si incastra nulla, nonostante io cerchi di tenere testa a tutti, di prendermi permessi per andare sul posto, di elemosinare premura. Già. Io che sono precisa e testarda mi trovo a discutere per tutto. E prima c’è la pianta da tagliare e poi non c’è il camion, e poi quello non sta bene, e poi ci sono altri lavori urgenti. Divento pazza. Mi ricordo che quando dovetti svuotare l’appartamento di mamma, ho regalato ogni cosa. I due bagni, la cucina, tutte le camere, persino gli scaffali, e casa dei miei era moderna e ristrutturata di recente. Non per dire, ma non c’è un fesso di nessuno che mi sta venendo incontro con qualcosa. Il preventivo del bagno è triplicato nel giro di un mese, solita storia del materiale che non arriva. L’elettricista sembra debba illuminare lo stadio, ma i cavi sa sono aumentati. Se non mi mettono una vagonata di ghiaia fuori non posso mettere la tettoia. Sono bloccata, e quando vado a domandare alzano gli occhi al cielo. Ah dimenticavo, la pago, non è un’elargizione. E anche profumatamente, che con la stessa cifra prendevo un monolocale al mare.

E stasera va così

…per come la ballavo qualche anno fa, per le risate e le ore sui tacchi, per la stanchezza che non sentivamo, per l’emozione che mi prende quando l’ascolto. E perché ha del vero, almeno in parte, il male se ne va ballando…

Passa

Passa di non passa, questo senso di.

Inquieta e pensierosa mi alzo di notte e mi chiedo se.

Sole fiorellini e ragazzi sulle panchine

fino al tramonto,

ma ancora luci nelle case a cena

e io candele profumate.

Sono ricordi su ricordi, io, adesso.

primi di marzo

Passeggio libera da quarantene in una Milano primaverile.

Coriandoli sui marciapiedi e violette nei cortili.

Estranea al vociare della gente, persa nei miei pensieri. Il sole mi acceca.

Sono dentro ai nodi della mia vita, sciogliendo a fatica quelli che ho annodato per troppo tempo.

l’amore resiste

Quando ami una persona, davvero, la ami per sempre. O comunque per molto. Quando non funziona ti arrendi, molli il colpo e desisti, ma non ti passa. Non se proclami un sentimento eterno. Provi a cercare la felicità altrove. La meriti, dopotutto. Hai già sofferto abbastanza, apri le porte del cuore di nuovo, al nuovo. Ma se ti sei dato davvero, totalmente, non riesci a trovare la tua ‘persona’ in breve tempo.

Ho amato anche io. Per anni. Da pazza, infilata in una relazione sbagliata, disequilibrata, molte volte dolcissima, tante altre meravigliosa, spesso crudele. A volte era vetta di montagna e a volte era fango e palude. Un uomo che mi ha fatto un male assurdo, allontanandomi, nascondendomi, ignorandomi. Ma l’ho amato per un tempo infinito. Senza scappare. Anzi ci provavo, ma poi tornavo lì. Perché lui mi cercava, riprovavamo, animati da una vena pari a quella delle poesie più tragiche. Non mi è più successo. Non mi lascio più andare, accadrà, forse di nuovo, forse meglio. Non sono un esempio da seguire, l’amore non è incaponirsi e ferirsi, l’amore non corrisposto giustamente guarda altrove. L’amore che fa male non è sano, va lasciato andare. Ma a me occorre parecchio, a quanto pare.

#fine gennaio, domenica

Ho pranzato alle tre del pomeriggio, ho dormito poco e mi sono riaddormentata che c’era già luce. Ieri sera ho mangiato giapponese con degli amici, ho riso come non facevo da settimane. Ho capito che siamo tutti un po’ soli, in questo periodo, che ognuno ha le sue paure che lo tengono sveglio. Ho appena camminato un’ora al parco con la cagnolina, ascoltando la musica latina che ho ballato per anni. Mi è venuto il magone ad ogni curva, per il sole che taglia il pomeriggio con questi colori, per la domenica che si dovrebbe passare in compagnia, per le canzoni che appartengono a pochissimi anni fa, lontani purtroppo una vita.

Guardo lei corrermi incontro, seguirmi sul prato come nei sentieri di montagna. E’ la mia vita, lei, adesso. Tutta la mia vita. Mi guarda fissa cercando il minimo cenno per scodinzolare felice. Ho pensato di richiamare un mio ex, per ridere ancora, andare via il weekend, vedere un film insieme. Poi ho deciso che voglio vivermi questa solitudine senza scappare. Senza trovare scorciatoie. E’ così, in questo momento. Questi pensieri lasceranno il posto ad altri nuovi, leggeri.