…per come la ballavo qualche anno fa, per le risate e le ore sui tacchi, per la stanchezza che non sentivamo, per l’emozione che mi prende quando l’ascolto. E perché ha del vero, almeno in parte, il male se ne va ballando…
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Passa

Passa di non passa, questo senso di.
Inquieta e pensierosa mi alzo di notte e mi chiedo se.
Sole fiorellini e ragazzi sulle panchine
fino al tramonto,
ma ancora luci nelle case a cena
e io candele profumate.
Sono ricordi su ricordi, io, adesso.
primi di marzo

Passeggio libera da quarantene in una Milano primaverile.
Coriandoli sui marciapiedi e violette nei cortili.
Estranea al vociare della gente, persa nei miei pensieri. Il sole mi acceca.
Sono dentro ai nodi della mia vita, sciogliendo a fatica quelli che ho annodato per troppo tempo.
#Metàfebbraio

Milano di primavera in anticipo
e bambini con la maschera di carnevale nei parchi,
si attardano.
Un pic-nic improvvisato, i cani che corrono nei prati,
alle bancarelle palloncini colorati e cuori con gli strass.
Milano di arancio e rosso tra i rami neri come la china,
mentre dall’altro lato del quartiere è già blu notte.
diecidisera

Cinquedisera di tramonto su Milano quando il sole ti acceca rincorrendo ombre
tra i palazzi incendiati di riflessi arancio,
diecidisera e luci accese nelle case quando nel silenzio il cortile sembra un piccolo paese
i rami spogli disegnano mani, l’ultima auto spegne i fari nel parcheggio
e siamo tutti gli stessi mentre ci corichiamo dietro i nostri specchi.
Mezza la notte, dove un sussurro è magia, una voce è sogno non detto,
e le strade sembrano tue. Anche quelle che non hai scelto.
Martedì fine gennaio

Fa male il sole delle cinque che taglia il cielo arancio sopra i palazzi le strade asfaltate i vetri a specchio e gli autobus e le macchine in coda e i bambini che escono da scuola.
Si allaga il livello dell’acqua che hai in corpo che senti arrivare in gola e sei tutta un passo sopra le uova, mentre cammini in avanti ma pensi di stare ferma, bloccata anzi in avanzamento, in questa tristezza che doveva arrivare, e che hai tenuto schiacciata per troppo tempo. Ed è solitudine che senti anche se non lo sei. Ed è dolore e mancanza, parole che vorresti sentire, e vuoto e pieno.
mercoledì, fine dicembre

Milano senza colori, e come anni indietro, sono nasi alle finestre, che appanni e che ci scrivi ti amo, mentre palazzi alberi e strade sono nascoste fino a metà mattina. Milano di gente che si alza pigra, chiusa in casa perché non può uscire. Qualcuno scende a comprare il pane, le mamme trascinano bambini imbacuccati che non giocano e che hanno già imparato la pazienza di una fila e il sacrificio del non si può. Mi godo una nuova dimensione fatta di passeggiate con la cagnolina e di divano nel pomeriggio. Milano di case calde, le ghirlande luminose appese alla porta, un film un libro coperta e tisana. Le amiche in videochiamata, un caffè al bar o un weekend in montagna se riusciamo, stare sveglia fino a tardi ad ascoltare il silenzio della nebbia ed allentare il ritmo sotto il piumone, ascoltando chi si sveglia nelle case di fianco.
mattina del 25

In questa Milano deserta la mattina di Natale vado a fare il mio tampone di chiusura monitoraggio, sperando di essere negativa, perché qui a destra e a sinistra continuo a prendere nota di ‘affondati dal virus’. In questo grigiume delle sette di mattina (come le partenze intelligenti, chi vuoi che vada nell’unico ospedale di Milano aperto oggi per lo screening) non trovo in giro anima viva. Strade vuote, semafori rossi che non fermano nessuno, i negozi ancora chiusi, il parcheggio semi deserto. Sono ottimista.
Quelli svegli sono tutti in coda sotto questo tendone della protezione civile. Ma è presto e me la cavo con neanche mezz’ora di coda. Finisco e la fila si è già quadruplicata, i negativi pranzeranno qui, i positivi di nuovo chiusi in casa a fare videocall con i parenti. Non funziona che in una mega città manchino punti tampone in ogni piazza. Che molti rallentamenti siano causati da chi ancora lo deve fare ogni due giorni. Che non appena l’infermiere ha aperto lo sportello dividendoci in prenotati e non, una decina di persone abbia tentato il sorpasso (e sia stato rimandato dietro). Non funziona un sistema di testing per le scuole organizzato in questo modo, per cui ci sono bambini che fanno quattro tamponi in un mese e altri che di fronte al primo sono magicamente positivi, serve una campionatura a tappeto, direttamente nelle aule.
Scendo con la cagnolina, se due amiche mi rimangono negative dopo ultimo antigenico, andrò a pranzo da loro, e comunque buon Natale.
THE XMAS CAROLS, IL MIO CONTRIBUTO
Ecco il mio contributo a questa iniziativa molto interessante, ideata da Shio, autrice del blog Il mondo di Shioren, che ringrazio. Mi ha permesso di avvicinare persone incantevoli.

Oggi camminavo per le vie addobbate del quartiere. Strade che in questa stagione percorro poco, troppo trafficate in auto, non utili se non ci abiti, al di fuori del tragitto quotidiano. Ci sono passata con la cagnolina, ricordandomi di quando la desideravo, la cagnolina. Di quando attraversavo questi incroci avvolta in sciarpa e guanti, camminando veloce, con pensieri di mille vite fa. Il sole si abbassa, in questo cielo limpido e blu cobalto che solo dicembre sa regalare a Milano.

Ho nostalgia di pomeriggi svaniti, di foglie ghiacciate sui marciapiedi, di tè alla cannella coi biscotti, della mamma in cucina, dei libri nello zaino. I negozi si accendono come piccoli presepi urbani, alberelli, ghirlande e panettoni al pistacchio. Le luminarie d’argento incantano e mi emozionano, ancora, indicando il percorso un po’ briciole di Pollicino, un po’ stella cometa.
Prendo in braccio il mio batuffolo, fa freddo, torniamo a casa superando le macchine in coda e la gente frettolosa, abbracciate strette.
Muri di cartapesta
Siccome a Milano i muri delle case sono di carta pressata, io convivo in pratica con tutto il condominio. Senza scendere in dettagli romanzeschi quando suona il telefono del mio vicino, soprattutto in pomeriggi tranquilli nei quali vuoi solo leggere e poi ti appisoli, tu non solo senti questo drin da vecchio apparecchio attaccato alla […]