Assente

Assente per troppo essere. Presente a me stessa.

Senza voglia di condividere, cercando dentro.

Buio della notte, fissando le stelle dal divano.

Pensieri aggrovigliati,

dolore e paura di stare troppo male, ancora.

Percorsi in salita, necessari.

Vedo il sole e vedo il cielo, limpido, oggi.

Passa

Passa di non passa, questo senso di.

Inquieta e pensierosa mi alzo di notte e mi chiedo se.

Sole fiorellini e ragazzi sulle panchine

fino al tramonto,

ma ancora luci nelle case a cena

e io candele profumate.

Sono ricordi su ricordi, io, adesso.

#Spessosola

Da qualche settimana ho scelto di limitare le occasioni sociali con troppe persone, in verità anche due oltre alla sottoscritta, a volte sono troppo. Covid causa, ovviamente. Stagione fredda che non aiuta. Così a parte il lavoro e le partite a beach della domenica pomeriggio; il caffè con un’amica nel weekend e la passeggiata con la mia cagnolina sono il massimo delle mie relazioni. Al momento. Scelgo io. E scelgo io anche di non frequentare alcuni amici. Ho scelto io di interrompere una storia, mesi fa. Forse sono sempre io che scelgo questo modesto isolamento. Me ne rattristo, a volte. Mi sento sola, altre. Mi mancano moltissimo i miei riferimenti, andati. Ma non mi affanno, sto. Piango, riaffacciandomi su quel dolore che mi ha devastata e gridando a chi non c’è più, che mi manca. Gioco con la mia bimba di pelo bianco, dopo cena, nascondendomi dietro il divano ad aspettare che impazzisca di felicità, scovandomi. Leggo tantissimo, ritrovando abitudini che sono mie e che avevo dimenticato. Stabilisco un paio di priorità, le perseguo, ma non rincorro. Mi ha colpito questa frase, che se qualcuno riconosce può portare corretta, visto che non ricordo da dove l’ho presa… Gli alberi in inverno non fanno yoga, non si adoperano, non si muovono. Stanno lì, tanto sanno che tornerà il vento a farli ballare di nuovo.

mercoledì, fine dicembre

Milano senza colori, e come anni indietro, sono nasi alle finestre, che appanni e che ci scrivi ti amo, mentre palazzi alberi e strade sono nascoste fino a metà mattina. Milano di gente che si alza pigra, chiusa in casa perché non può uscire. Qualcuno scende a comprare il pane, le mamme trascinano bambini imbacuccati che non giocano e che hanno già imparato la pazienza di una fila e il sacrificio del non si può. Mi godo una nuova dimensione fatta di passeggiate con la cagnolina e di divano nel pomeriggio. Milano di case calde, le ghirlande luminose appese alla porta, un film un libro coperta e tisana. Le amiche in videochiamata, un caffè al bar o un weekend in montagna se riusciamo, stare sveglia fino a tardi ad ascoltare il silenzio della nebbia ed allentare il ritmo sotto il piumone, ascoltando chi si sveglia nelle case di fianco.

#Routine

Quando la sveglia alle sette scandisce il ritmo del risveglio ho poco margine per decidere come muovermi. In linea di massima sono scattante: bagno, caffè, qualche minuto per casa e cagnolina, di nuovo bagno, scarpe e fuori.

Chi lavora tutto il giorno e tutti i giorni in questo modo spesso ha un’agenda organizzata con la massima precisione, o dimenticherebbe i figli a scuola e cosa cucinare a cena. Bella vita la tua da single, sostengono i più. Che poi quando mi rispondono così mi viene spesso da obiettare che nessuno ha puntato loro un fucile alle tempie per seguire la loro, di strada diversa.

Ma torniamo alle mie mattine, quelle di relax, diciamo. Tipo i week end, libera dall’esodo fuori città. Io che divento pazza se non concludo niente, ho dovuto mettere nero su bianco (sul giallo dei post-it in realtà) le attività delle 15/16 ore disponibili. Riderete. Non hai nulla da fare, dormi. Non riesco. No davvero, vorrei, non riesco. Così come non riesco a guardare la tivù la mattina. Ho interiorizzato che è una perdita di tempo, al massimo seguo un video se faccio step.

L’ordine delle cose da fare mi risulta essere da sostegno, e mi permette di orientarmi. Ho usato la stessa strategia anche durante il lock down, o avrei parlato col tavolo, oltre che con il cane ed il lievito madre.

Pianificando una serie di impegni anche durante il tempo libero, elimino la necessità di pianificare ogni volta, risparmiando ansia e stress. Mi sento più sicura e do una struttura sensata alla mia giornata. Tranne rari casi di pigrizia autorizzata da maratona pigiama, mi obbligo a vestirmi come se stessi per uscire e a fare. Mi appunto anche il pulire, spesa, passeggiata. Metto nel planning anche un tempo per scrivere, venti minuti di meditazione, attività fisica ogni tanto. Il tempo che rimane lo dedico alla lettura o ad un buon film. Rispettando una scansione prestabilita sono costretta a stabilire delle priorità e decidere cosa voglio fare del mio tempo e mi aiuta, anche inconsciamente, a rilassarmi.

Scivola la pioggia

In pomeriggi come questi inesorabilmente mi ritrovo con i piedi nelle pozzanghere e gli occhi nel grigio di questa città allagata di pioggia e di freddo. E ritorno ai ritorni da scuola, alla merenda con te in cucina, alla copertina sul divano ed al telefilm prima di cena. Le mattine a studiare per l’università, i libri sul letto, sì scendo io a prendere il pane che almeno stacco un po’.

Mi viene da chiamarti, come si fa l’arrosto con gli spinaci in pentola, oggi ho discusso al lavoro e sono stanca, ho incontrato la tua amica e ti saluta. Comincia a fare freddo, sì ho tirato fuori il piumone, si sto attenta quando esco la sera.

Mi sento sola, anche se sola non sono, e ne ringrazio, ma avrei bisogno della tua voce, del tuo coraggio, del tuo dirmi sempre la parola giusta per stare in pace. Guardo fuori dal vetro, ho le luci accese in casa, alle quattro oggi sembra notte.

mercoledì sera, casa

..dopo giorni, e soprattutto sere, nelle quali non mi sono mai fermata. Sono uscita praticamente sempre, ora qualcuno dirà che non amo la solitudine e fuggo da essa. Niente di più errato, ci ho riflettuto, tranquilli. Io amo anche copertina, tisana, cagnolina spalmata addosso, pc sulla gambe, tele di sottofondo. Immagine da befana, ma tant’é.. Mi sono pure cucinata la vellutata di zucca, così completo il quadretto. Comunque le mie serate milanesi si sono avvicendate tra cene, amici ritrovati (che bello), amiche nuove e chiacchiere interessanti (bellissimo), un paio di partite di beach volley (come non sentire il peso degli anni) e poi le sere della settimana sono finite.. Finché il tempo è bello, liberi da restrizioni, con la voglia di vedersi, praticamente ho messo giù un planning che nemmeno al lavoro.. Stamattina mi sono svegliata già carica. In piedi con la prima sveglia, avevo già almeno cinque cose in testa senza neanche avere acceso la Nespresso. E la giornata è andata alla grande! Tutto si è meravigliosamente incastrato e avviato, pum pum pum, una cosa dopo l’altra. Ho lavorato senza sosta, ho avviato il progetto al lago sollecitando (finalmente con risultati insperati) un paio di persone, ho risolto altre piccole faccende, ho messo nel carrello un piccolo regalo per me, ho finito alle sette di cercare un’attività da fare in classe domani con le foglie, ho buttato lì l’idea di un appuntamento sportivo settimanale di gruppo e ci sto fantasticando sopra e adesso ho ancora un’oretta buona per rilassarmi. Ah, ho voluto guardare adesso l’oroscopo, di oggi, perché mi era sembrata troppo una giornata perfetta. Fox accenna solo al nervosismo e ad un periodo complesso. Immagino sia uguale per tutti.

Quando la testa è in loop le gambe viaggiano

Corricchio. E questa è tanta roba. In primis perché adesso non mi arrendo per un’ora intera e la volta che ho superato la soglia dei venti (minuti, non chilometri) senza accusare affanno stavo per piangere dalla gioia. Addirittura pensavo ‘E’ come essere sul divano: le gambe vanno da sole senza nessuna fatica’ e adesso se mi fermo e se guardo l’orologio è solo perché il caldo ti toglie completamente le forze. Sono soddisfazioni, anche se i jogger veri fanno 1 km in meno di 5 minuti e io ce ne metto quasi il doppio, e qualche marziano li ha appena percorsi in 9 secondi ma sono dettagli, anche se Runtastic mi insulta perché quando io mi sento insuperabile mi informa tristemente che ho bruciato tipo 187 calorie, ma io insisto. Quando non corro uso in casa lo step (veramente prima avevo il tapis roulant, ma lo usavo per appenderci le giacche e le sciarpe quindi sono passata a una versione meno pro), ma sto divagando, comunque ecco, stamattina avevo la mente ingolfata e correre ti rende libera.

Tralascio i vantaggi medici legati ad esempio all’apparato cardiocircolatorio o alla respirazione, e sottolineo invece i miei plus:

  • è un esercizio pazzesco se ti metti ad osservare quello che hai intorno perché non sei viziato da telefono e chiacchiericcio
  • la mente si auto sgombra da pensieri perché è impegnata a mettere un piede dopo l’altro e a reggere la fatica
  • la musica corre con te nelle orecchie e quindi molte volte vai dietro al testo della canzone

Inoltre stamattina osservavo che il corpo, libero da seghe mentali, è una macchina che ci protegge con automatismi istintivi, aggirando processi mentali più lenti (un tronco da scavalcare, tre metri di fango scivoloso, un ostacolo banale) come a placare la mia ansia di controllo. Ho preso atto che c’è questa forma di retropensiero rapida ed inconscia (evviva, rivelazione) e che mi permette di affrontare il caos quotidiano.

Non so voi bravi, ma io quando corro ho una determinazione pazzesca che ad ogni passo mi fa dire ‘Vai avanti che ce la fai’ e se arrivi in fondo (io piuttosto sui gomiti, rallento ma non mollo) capisci che questa forza è tua, che tu sei grinta ed energia.

Una giornata in cui i pianeti ti sono contro

E non solo Saturno. Una di quelle in cui tu non vuoi dare fastidio a nessuno, ti fai bellamente gli affari tuoi, ma tutti e sottolineo tutti, devono rompere le uova nel paniere.

Ora… qualcuno dice che ho un brutto carattere. Che sono piuttosto tranchant nel dire la mia. Potrei obiettare fino domani, la verità è che non tollero più certe intromissioni, la verità è che io sono estremante corretta e non faccio ingerenze nel tuo, quindi se mi pesti i piedi divento odiosa. Con gli anni ho acquisito un modo di relazionarmi che mira in primo luogo al rispetto di me stessa. Anzi, non sempre ci riesco ancora. Non so se capita a tutti, ma in alcune occasioni, ho la sensazione di mettermi a novanta, per dire..

Questo alimenta ulteriormente la mia inquietudine. Di solito questo si verifica quando l’attacco o la manipolazione dell’altro si manifesta in maniera inattesa e imprevista. In tutte le altre occasioni sono sul pezzo da subito.

Stimo le persone pronte, sincere, attente. Tre aggettivi che la dicono lunga, chi li possiede è intelligente. Chi fa parte di questa élite li nota, gli intenti manipolatori. Manovre mirate al raggiungimento subdolo di un obiettivo.

Attenzione, cammini sulle uova, perché ho imparato che nelle relazioni tu non puoi dire all’altro nulla che possa offenderlo. Per cui fare presente che noti tutta una dialettica insistente che ti urta, e vuole portare al suo obiettivo, no. No non puoi. O sei acida. Non ‘Sei in gamba’ ‘Scusa hai ragione, non me ne ero accorto’, ma vergognati! Come osi.

Che tu te ne stavi bella bella sul divano, che pensavi adesso mi bevo una birra gelata e mi ordino una pizza col crudo, che eri in pace col mondo, e invece o dici sì, o se dici no sei acida.

Che fare? Chiedo per un’amica..