#Spessosola

Da qualche settimana ho scelto di limitare le occasioni sociali con troppe persone, in verità anche due oltre alla sottoscritta, a volte sono troppo. Covid causa, ovviamente. Stagione fredda che non aiuta. Così a parte il lavoro e le partite a beach della domenica pomeriggio; il caffè con un’amica nel weekend e la passeggiata con la mia cagnolina sono il massimo delle mie relazioni. Al momento. Scelgo io. E scelgo io anche di non frequentare alcuni amici. Ho scelto io di interrompere una storia, mesi fa. Forse sono sempre io che scelgo questo modesto isolamento. Me ne rattristo, a volte. Mi sento sola, altre. Mi mancano moltissimo i miei riferimenti, andati. Ma non mi affanno, sto. Piango, riaffacciandomi su quel dolore che mi ha devastata e gridando a chi non c’è più, che mi manca. Gioco con la mia bimba di pelo bianco, dopo cena, nascondendomi dietro il divano ad aspettare che impazzisca di felicità, scovandomi. Leggo tantissimo, ritrovando abitudini che sono mie e che avevo dimenticato. Stabilisco un paio di priorità, le perseguo, ma non rincorro. Mi ha colpito questa frase, che se qualcuno riconosce può portare corretta, visto che non ricordo da dove l’ho presa… Gli alberi in inverno non fanno yoga, non si adoperano, non si muovono. Stanno lì, tanto sanno che tornerà il vento a farli ballare di nuovo.

A Milano è padel mania

ma anche beach, quasi che l’estate non la si lasci alla spiaggia. Ed è così che in questo clima autunnale ancora mite e soleggiato mi ritrovo a racchettare con persone mai viste e a prendere schiacciate sotto rete, che neanche a quindici anni.

Il padel è la moda sportiva del momento. Impianti che per anni si sono spartiti tornei di calcetto adesso riconvertono spazi verdi e campi in padel, con prenotazioni già full per tutta la stagione. Ciò che lo rende vincente è la facilità di approccio, che le squadre siano miste e di ogni età, che sia divertente e quindi sia un ottimo aggregatore e che faccia sudare come dei dannati. Un’ora e mezza e puoi andare a dormire, sebbene il post partita preveda quasi sempre sempre una sorta di terzo tempo.

Io non ci azzecco molto, sono più le palline che mando fuori di quelle che segnano, quindi con umiltà lascio spazio agli altri cimentandomi con il beach, indoor. A volte cementandomi è il termine appropriato. La meraviglia è che giochi scalzo in campi al chiuso e riscaldati, ma hai i piedi nella sabbia e questa sensazione mentre fuori ci sono autobus e palazzi, è tanta roba. A pallavolo non ero malaccio, vent’anni fa. Allenamenti seri, tornei, campionati non agonistici. Adesso tendo a imbalsamarmi nei centimetri farinosi (ma quanti sono! Si sprofonda) nel senso che se i giocatori sono molto bravi, e ciò significa che si corre e si salta a go-go, dopo che sono atterrata sotto rete non ho più la forza di volare a coprire mezzo campo in quella frazione di secondo che richiede la situazione. Però mi diverto, e una volta ogni tanto, stacco con la testa e riesco anche a tornare adolescente!