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mentre li osservo, con la matita in mano, la mascherina fin sugli occhi e lo sguardo attento. Li adoro. Come ogni anno è in terza che la classe diventa un’entità magica. Sono già pronti alla battuta, ne capiscono il senso, sanno chi sei e come lavori, sono impostati sul tuo stile, diventano, sembra assurdo ma è così, colleghi. Tu non lavori più con degli alunni, ma con una squadra. E questo accade dopo un paio d’anni di convivenza. In prima siamo stati falciati dalla dad, adesso cominciamo a sviluppare una sorta di coscienza collettiva, una sorta di tutti per uno. A me succede sempre. Ogni volta verso questa fase del ciclo scolastico, che poi l’ultimo anno mi fa piangere di nostalgia e rimpiangere ognuno dei ragazzi che lascio. Perché in quinta ognuno di loro è tuo. Io li difendo e loro collaborano. Io rido e loro sorridono. Io faccio disastri…
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