che di brutto hanno naturalmente solo la mania di perfezione, perché sono tutt’altro che brutte, foss’anche solo perché sono mamme.
Comunque Teo alla fine a scuola ci va. E a parte qualche screzio con la maestra, che a volte è antipatica, gli piace pure. Stanno facendo le vocali e per domani ha già ‘un sacco di compiti’ a detta sua, e della madre, che guardando le due paginette di stampato ha pensato di sbrigarsela tra un caffè e una lavatrice, ma dopo le due ore con pausa merenda in mezzo, si è rassegnata che in effetti erano tanti. Trova un parola che cominci con la A e suo fratello di tre anni dalla sala gli suggerisce I-phone. Miracoli tecnologici, bambini 3.0. Non fa una piega.
La mamma mi chiama. Non sono in grado, e sono le prime sillabe che scrive Teo.
Si tratta di trovare una routine, un tempo-compiti che…
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