Milano que l’aime

Metti una sera al tramonto. A Milano. Metti che è agosto e la città comunque si svuota. Rimangono quelli che qui sono di casa, quelli che tra le sue vie ci sono nati, che tra i suoi quartieri, i palazzi di periferia, i grattacieli e le case di ringhiera ci sono cresciuti.

E mentre l’attraverso mi rendo conto che riconosco ogni strada, che in ognuna ho tracciato un ricordo: il cortile dove sono nata e l’altra zona dove sono cresciuta, la mia scuola, i Bastioni dove andavo a ballare il sabato pomeriggio, le case di tanti amici, le piazze in cui anni fa ci sedevamo fino a notte fonda a sognare il futuro. Le vie del centro, i locali dove sono stata e quelli dove mi segno di tornare, i teatri, le Chiese, le colonne, l’acciottolato, le rotaie, le strade del centro, quelle strette con le vetrine dei calzolai ed le trattorie di una volta, il salumiere e le gastronomie moderne. Abbiamo circonvallazione e cavalcavia, percorsi milioni di volte, ma anche angoli segreti e verdi che in estate profumano di tigli, i palazzi di vetro che riflettono il sole e i portoni di legno con i citofoni di bronzo. E quando a quest’ora la percorri su due ruote e ti infili tra chi torna dall’ufficio, tra i finestrini abbassati e la musica, tra i tram in fila, tra chi corre al parco Sempione, tra i camerieri che preparano per l’aperitivo, e qualche straniero che si siede in Brera, beh Milano è proprio tanta roba.

26 pensieri su “Milano que l’aime

  1. La Milano che mi piace….
    Ecco, vedi che ora “sfiguro” io??
    Volevo scrivere qualcos’altro sul viaggio e invece….
    Bellissime anche le foto.
    Brava ❤️

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  2. Sono venuto a Milano a Natale di 2 anni fa, poche settimane prima della pandemia.
    Una città come sempre vivace, che le luci di Natale rendevano spettacolare.
    Tanta gente ovunque, inevitabile a Natale, e poco dopo il lockdown che l’ha resa spettrale.

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  3. Forse chi non l’ha mai vissuta non la capisce e la critica e basta (“non ci vivrei mai”). E invece è una città che fa innamorare, non solo chi vi è cresciuto, ma anche chi vi approda con il proprio personalissimo bagaglio di storia. E’ tutto soggettivo, è vero, ma io, come altri, capisco bene il sentimento e l’energia sottesi alle tue parole e alle tue immagini. Ed è difficile da spiegare a parole e pensieri piani ed estesi. Milano è un caleidoscopio, un insieme concentrico e stratificato di scorci e bellezze anche diversissimi fra loro, che sei riuscita a inquadrare e racchiudere in questa pagina. Bellezze non necessariamente assolute, ma vissute, respirate, non necessariamente a teatro o in un museo, ma osservando i riflessi sul pavé o le rotaie di un tram, ascoltando il brusio concitato in un bar, o rubando una battuta a un vecchietto sul marciapiede, sentendo sulla pelle e nelle ossa la nebbia e l’umidità che ti avvolgono d’inverno, la pioggia che lava lastricati, parchi e cemento. E poi Milano è Milano (l’abbiamo detto un po’ tutti, no?), con il suo movimento, i suoi contrasti, le sue etnie e quella stretta di malinconia che ti fanno i capelli bianchi che parlano ancora un po’ del suo dialetto…
    Grazie della suggestione.
    P.

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    • Porca miseria!!! Tutto quello che non mi veniva nel mio articolo, che meraviglioso commento, altrettanti complimenti, super descrizione che mi ha fatto sorridere di amore. Grazie

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